venerdì 20 maggio 2011

Spiedini di saltimbocca alla birra


Io non amo particolarmente la carne, e la carne non ama me. Non sono in grado di preparare una fettina decente, alla fine mi risulta sempre dura. Le uniche preparazioni in cui me la cavo sono le cotture in umido. E generalmente prediligo le carni bianche. Le eccezioni sono davvero poche, come questi saltimobocca.
E' un piatto di facile preparazione e sicura riuscita che ha un posto d'onore nel mio ricettario per la cucina di tutti i giorni.

Questa ricetta prende spunto dai tradizionali saltimobocca con alcune notevoli variazioni.
Lo spiedino è un trucco salva tempo: si perde poco tempo a prepararlo, ma se ne guadagna tantissimo in cottura non dovendo girare tutti pezzettini. E la velocità nelle ricette di tutti i giorni è un pregio non indifferente.
La variante alla birra è dovuta al fatto che all'ultimo momento mi sono accorta che non avevo più vino bianco in casa. E, come spesso accade, le migliori scoperte sono assolutamente casuali. Un perfetto esempio di serendipità* culinaria. La birra lascia un leggero sapore amarognolo, decisamente più di carattere rispetto a quello del vino.

Ingredienti:
8 fette di carne di manzo tagliata sottilissima (ideale il carpaccio)
80 grammi di pancetta arrotolata
foglie di salvia fresca
farina
olio extravergine di oliva
sale
un bicchiere di birra

stecchi da spiedino

Procedimento:
Stendere le fette di carne, coprirle con le fette di pancetta e arrotolarle su sé stesse partendo dal lato corto.
Tagliarle a tranci e infilzarle sullo spiedino mettendo dopo ogni rotolo una foglia di salvia.
Infarinarle grossolanamente. Questo passaggio è facoltativo, rende più cremoso il suchetto, ma si può omettere se non piace.
Rosolare gli spiedini in padella con poco olio, sfumare con la birra e cuocere coperto per circa dieci minuti.
A piacere aggiungere un'ombra di sale verso fine cottura, tenendo conto che la pancetta darà sapidità alla carne.

Più semplice di così c'è davvero solo la fettina.
A saperla fare.

* La serendipità è cercare un ago in un pagliaio e trovarci la figlia del contadino (Julius H. Comroe, ricercatore biomedico).


1 commento:

Mamma in pentola ha detto...

Ciao "sotto mentite sfoglie", il titolo del blog è bellissimo e sarò felice di seguirti da oggi...e ti ringrazio per aver scelto di partecipare al mio contest, come "prima volta".
Benvenuta
Claudia